Conclusione diciassettesima edizione
E’ stato un Festival davvero speciale, inaspettato, irripetibile, di largo respiro. Artisti, giuria e pubblico, tutti insieme abbiamo assaporato la joie de vivre, nel desiderio di liberarci da quell’angoscia che costringe l’uomo allo sconforto, alla rassegnazione e all’accontentarsi.
Abbiamo esplorato l’innocenza, la semplicità e la spontaneità della natura umana, celebrato la bellezza e l’armonia dell’esistenza catturando un’atmosfera di spensieratezza e momenti di piacere. Un’esperienza straordinaria vissuta da noi, tutti, con intensità, emozione, passioni, riflessioni, divertimento. Ci siamo sicuramente arricchiti, in felicità, nell’intelletto e nello spirito.
Grazie, grazie ad Agnese Bresesti, ideatrice e direttrice artistica del Festival e ai tanti Artisti, nella maggior parte professionisti, di altissimo livello, che ci hanno incantato e donato cultura, bellezza e conoscenza dell’umanità con differenti verità.
Abbiamo potuto gustare esibizioni entusiasmanti e coinvolgenti di attori di teatro, di cinema e TV, di musicisti e cantanti che si sono esibiti nei più grandi teatri italiani e stranieri.
Il Festival si è concluso in bellezza, tra arte, magia e magnetiche atmosfere nel suggestivo salone degli stemmi a Palazzo Lavizzari a Mazzo di Valtellina con un molto applaudito concerto al pianoforte del famoso pianista e direttore d’orchestra Maurizio Carnelli, brani classici e barocchi: musiche di Bach, Mozart e Beethoven, ironia, comicità, sberleffi, bellezza artistica, note vibranti e tanta, tanta emozione.
E’ seguita la premiazione per l’anno 2025, alla presenza dello straordinario sindaco di Mazzo Franco Saligari dalla personalità calma, compunta ed elegante, che ringrazio per la calorosa ospitalità in questo sontuoso Palazzo ricco di storia e di incanto. La Giuria, prese in considerazione le varie voci della scheda di valutazione, ha decretato i vincitori, ma non ha potuto fare a meno di sottolineare la tangibile difficoltà incontrata nella scelta, sempre più complicata di anno in anno, tra le numerose meritevoli esibizioni. Vari sarebbero gli ex equo. La serata, apprezzata dal numeroso pubblico, grazie per la preziosa partecipazione e collaborazione, si è conclusa con un rinfresco nella cucina del palazzo, altro luogo di grande suggestione.
"Le Lupe" con Consuelo Orsingher e Gigliola Amonini
Primo premio assoluto spettacoli teatrali
Per averci sapientemente coinvolto e trascinato con grazia, impeto e coraggio nel mondo letterario di Verga, nella drammaturgia di Ibsen, nel realismo simbolico di Munch dove il simbolo attacca le radici stesse dell’essere: l’esistenza e l’amore, dove l’amore diventa ossessione sessuale e la vita morte, dove la parola torna ad essere urlo, ululato mentre il colore si brucia nella sua stessa violenza.
Per la potente, efficace, avvincente e travolgente forza narrativa ed esplosiva di amore, di dolore, di rabbia, di complicità, di riscatto.
Per la superba ed ispirata interpretazione nel rendere vivi i personaggi avvolti da tormentosa e tragica attualità; per una recitazione poetica e drammatica, tenera e vibrante esaltata da gesti graffianti e penetranti, quasi sacrali.
Per le permeanti e magnetiche musiche, per le calde melodie e perfette tonalità, per i brani dal ritmo vivace e incalzante interpretati da una voce limpida, morbida, potente e sicura, per i suoni puri, capaci di raccontare il potere dell’amore sublimato e dell’orrore della guerra; per una suggestiva scenografia di elementi essenziali, equilibrati.
"Italian Jazz Submit" Bigband New Orleans
Primo premio assoluto spettacoli musicali
Per aver trasformato la suggestiva collegiata di Sant’Eufemia di Teglio in uno scrigno sonoro, avvolgendo il pubblico in un turbine di emozioni grazie a un ritmo swing incalzante di eleganti vibrazioni, energia contagiosa, pura magia, arricchito da arrangiamenti armonici che hanno esaltato la coesione dell’insieme, il sound dinamico e la brillantezza degli assoli intensi e fortemente melodici. Per l’affiatamento tecnico, perfetto nella sincronizzazione tra sezione fiati, ritmica e percussioni che ha scatenato applausi entusiasti, richieste di bis e un’ovazione finale, confermando l’impatto straordinario dell’esibizione
Paolo Tomelleri – Clarinetto
Cesare Mecca – Tromba
Rudy Migliardi – Trombone
Chicco Cotelli – Piano
Paolo Corraini – Chitarra
Valerio Della Fonte – Contrabbasso
Walter Ganda – Batteria
Sei prestigiosi spettacoli a Mazzo.
Grandioso, travolgente e trascinante, che tutti avrebbero voluto non finisse mai, raffiche di applausi e bis a ripetizione, il meraviglioso e indimenticabile concerto con Raffaele Kohler tromba, Nadia Braito voce, Marco Xeres basso, ospitato nel giardino nascosto, misterioso, spirituale, di una bellezza sconfinata che rapisce il cuore e allieta la mente, di Roberto Rossatti. Uno spettacolo che ha celebrato il fascino e l’armonia dell’esistenza in un mondo immerso nella natura, un’esplorazione di un’idea di vita alternativa, basata sul piacere, sulla libertà, sull’amenità e sull’incanto.
E nella magica corte di Palazzo Lavizzari, (muri altissimi, portici a volte con fregi monocromi, magnifico affresco rappresentante lo stemma delle tre leghe) sotto una pioggia battente, tuoni e lampi, debutto dell’inedito, toccante, commovente, spettacolo Katjuša di Daniele Gianera, artista appassionato e personaggio enigmatico che ha coinvolto l’attento e muto pubblico con una recitazione sentita, vera, naturale di chi sa raccontare e unire realtà, immaginazione e storia.
“Mio fratello Pierino è rimasto disperso in Russia” mi disse il nonno. Quelle parole accesero la mia immaginazione di bambino, ma poi me ne dimenticai… O forse no. Dopo tanti anni ho ricostruito la storia dello zio Pierino, ed ora gli presto la mia voce per raccontarla!”
Uno spettacolo di narrazione di e con Daniele Gianera, musiche di Alessandro Balatti fisarmonica e Donatella Bortone arpa celtica.
E poi nel sontuoso salone degli stemmi i due spettacoli della dolcissima, strabiliante e strepitosa Alessandra Donati, attratta dall’esplorazione di grandi temi, in Nuovo orizzonte e in Cecilia e le leggende del mare con Edoardo Baccanelli, regia di Ephraim Pepe. Spettacolo intenso, evocativo, una storia appassionante raccontata con grazia e dolcezza avvolgente e penetrante, ambientata a Livorno.
Un racconto che narra la fragilità dell’esistenza, il potere e l’arroganza, elementi di una attualità sconvolgente.
E infine, in Palazzo, non si può e non si deve dimenticare Notte Tempo di e con Pietro De Nova e Maurizio Zucchi, artisti giovanissimi, bravi, belli, intelligenti, divertenti, ironici e intriganti, capaci di lanciare frecciate a raffica a quella stampa contemporanea che spesso preferisce creare notizie piuttosto che raccontare fatti. Una recitazione incalzante, surreale e ipnotica.
Come non ricordare i due concerti di apertura del Festival di Marco Belcastro e Christian Poggioni, il primo a Lovero nel giardino della misteriosa Chiesetta romanica di S’Alessandro con la presenza di un numerosissimo pubblico, di più sindaci e la graditissima ospitalità del primo cittadino coinvolgente Anna Saligari, e a Sernio nella sala del palazzo Homodei, Gaber e Jannacci, cantastorie controcorrente. Un’affluenza di pubblico impensabile, così numerosa da dover a malincuore limitare le entrate. Entusiasmo, applausi, richieste di bis, pubblico divertito e in visibilio. Grazie di cuore al molto stimato sindaco Severino Bongiolatti per il sostegno e l’ospitalità.
E Poggioni ancora a Chiuro, magnetico, ipnotico, un’ovazione per Tradimenti. Pubblico in delirio. Auditorium stracolmo, enorme soddisfazione del Sindaco che ha sottolineato la gratitudine per la presenza di un così numeroso pubblico, mai successo. Molti gli spettatori giunti da più luoghi della Valtellina per ascoltare il loro, il nostro più premiato Christian Poggioni.